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Intervista a Marco Olmo 20 giugno 2022


Classe ‘48, fisico da maratoneta, sguardo da ragazzino, quello di chi la vita la prende con naturalezza e semplicità, ma anche con tanta tenacia ed un pizzico di autoironia. Marco Olmo è il nostro ultramaratoneta più famoso ed ammirato per aver vinto l’UMTB due volte consecutivamente, nel 2006 e nel 2007, a 58 e 59 anni di età. Oltre all’UMTB i suoi successi sono innumerevoli: la Desert Marathon in Libia, nelle edizioni del 1998, del 1999 e del 2000, la Desert Cup in Giordania, nel 2000, nel 2001, nel 2002 e nel 2003, il Gran Raid du Cro-Magnon, per sei volte, dal 2001 al 2006, la Carrera de Baja nel 2012, l’Ultra Africa Race nel 2017, nonché le partecipazioni ed i successi nella Marathon des sables, per ben 22 edizioni, ed innumerevoli altre ancora, che se dovessimo citarle tutte faremmo notte (note da 1 a 7 in fondo alla pagina).

È sufficiente digitare il suo nome su qualsiasi motore di ricerca ed internet rimanda immediatamente ad una serie di sfide che lo vedono come protagonista.

Ma Marco non è soltanto un atleta, è anche una persona disponibile a scambiare due parole coi sui fans, a fare qualche foto ed a dispensare consigli, sempre nel rispetto della propria natura schiva ed educata, tipica dei piemontesi, come lui.

La 10^ edizione del Trail del Golfo dei Poeti (nota 8) è stata l’occasione per fare due chiacchiere con Marco, che ci è venuto a trovare a Corvara (La Spezia).

Intervista

Come ti sei trovato al Trail del Golfo dei poeti, organizzato dalla Associazione Sportiva Golfo dei Poeti della Spezia? È stata una gara interessante?

«Abbastanza bene, perché pensavo fosse più tecnica, invece di tecnico c’erano due o tre pezzi, ma era molto corribile. Infatti ho fatto una buona media, vista la mia età e le mie capacità».

Avevi già visto i panorami del Levante ligure?

«No, non c’ero mai stato, però in gara, purtroppo, non si può vedere tanto, dovresti andare più tranquillo, in passeggiata».

Tu preferisci i paesaggi montani o quelli marini?

«Per noi quei rari scorci dai quali riesci a vedere il mare anche dalle nostre montagne (N.D.R. Alpi Marittime e Cozie), non è male, perché sei a 3000 m.»

Quali sono i prossimi impegni come testimonial?

«Domenica prossima faccio un pezzo della mitica Monte Faudo (ndr Corsa Monte Faudo – Nordic Walking 26 giugno 2022 – nota 9), poi c’è il CROCOTTO (ndr Mini Cro Trail 02 luglio 2022 – nota 10), di cui sono testimonial, perché sono l’uomo che l’ha vinto sei volte.  Ormai si fa a staffetta, io la faccio con un ligure che non conosco, come over 60 e faccio la parte finale in salita, perché sono più portato per la salita che per la parte veloce».

Quando hai incominciato a girare come testimonial?

«Da almeno 15 anni. Dopo le vittorie all’ultimo UTMB (ndr Ultra Trail del Monte Bianco del 2006 e 2007) sono stato catapultato un po’ ovunque».

Tu sei il simbolo della longevità sportiva, perché hai avuto grandi risultati oltre i cinquant’anni e tutt’ora hai una vita dinamica, attiva, sportiva.

«In effetti… Un invito particolare l’ho avuto quando avevo sessant’anni. C’era un mio coetaneo, che tra l’altro aveva vinto il mondiale dei Marchi con l’Alfa Romeo. Sua moglie mi aveva invitato come ospite per il suo compleanno e lui in quell’occasione mi aveva detto: “Sai, io sono un tuo fan, perché se vedo uno di vent’anni che fa una mezza maratona, giro la pagina, ma se vedo uno della mia età, che a 59 anni vince un UTMB, leggo l’articolo!”».

Infatti, da questo punto di vista sei il riferimento di molte persone che continuano a trovare l’impulso nell’allenarsi, nel fare sport anche semplicemente avendo te come modello. È stata un’impresa veramente grande per tutti noi ed age group come ci chiamiamo.

«Eh, però è anche una responsabilità, perché, visto che sei un esempio, devi dare anche un po’ i buoni esempi».

È vero. Quindi, adesso, hai ancora diverse date e stai facendo questo tour per tutta Italia, che ti porta a conoscere zone che magari non avevi neanche visitato. È anche una bella occasione questa.

«Eh sì. E poi se ti invitano vuol dire che ci tengono a te, quindi cerchi nei limiti del possibile di andarci e di accontentarli».

Poi il rientro a casa, a Robilante. Tu hai una routine giornaliera?

«Ho una routine giornaliera positiva: allenamento, qualche film, la passeggiata, qualcosa nell’orto…. Ma penso che la vita sia così per ognuno di noi, perché, più o meno, tutti ripetiamo le stesse cose».

Ti alzi la mattina presto?

«Verso le 06, 06:30 d’inverno. Mangio un biscotto e bevo un caffè d’orzo o liofilizzato, poi, verso le 07, inizio a correre, intanto poi verso le 07:30 più o meno è chiaro. Mi faccio una salita verso il Malandré (nota 11) e poi prendo per i sentieri, per completare il percorso di circa un’ora e mezza. Ai tempi delle maratone professionali, ogni 8 – 10 giorni, facevo un percorso più lungo di 7, 8 ore, per abituarmi ad alimentarmi ed a sopportare mentalmente anche il percorso, la noia della corsa».

Poi al rientro…

«Al rientro, la classica colazione coi fiocchi d’avena nel tè, poi leggo, guardo un film, vedo se c’è qualcosa da fare, in attesa che arrivi l’ora del pranzo… Se non c’è niente da fare sto anche meglio» (ride).

Il pranzo lo prepari tu, tua moglie Renata, oppure insieme?

«Dipende dalle volte. Comunque, il nostro pranzo è facile, di solito mangiamo pasta, condita soprattutto con pesto e formaggio. Un paio di volte la settimana, due uova nell’insalata, o al padellino. Un dolce ogni tanto, a pranzo o a merenda».

Sei mai stato sovrappeso?

«Da giovane, quando avevo 25 – 26 anni, ero sugli 80 kg, però facevo il camionista, avevo anche più muscoli. Poi sono dimagrito correndo. Quando ho vinto l’ultima UTMB, ero sui 65 – 66 kg» (altezza 181,00 cm).

Secondo te, conta molto il peso anche nel Trail?

«Il peso te lo porti dietro, quindi se ne hai troppo è sempre una zavorra».

Hai cibi preferiti? 

«I miei cibi preferiti sono tanti, comunque preferisco quelli semplici, quelli più sofisticati poi ti lasciano dei sapori, o della pesantezza ancora».

È risaputo che sei vegetariano. Ti ricordi quando hai mangiato l’ultima volta la carne?

«Per il mio 37esimo compleanno, quindi è metà vita che sono vegetariano».

Verdura e frutta fresca?

«Verdura non molta. Grandi verdure non si mangiano a casa nostra. Per quanto riguarda la frutta, qualche mela, qualche albicocca, compriamo le ciliegie. Le ciliegie, però, sono quelle che ti fanno vedere la vecchiaia, perché da giovane vai a rubarle, poi vai a raccoglierle, poi, invecchiando, vai a comprarle. Da noi ci sono pochi ciliegi e, comunque, ormai preferisco non salirci, perché la cronaca spesso riporta notizie quali “Anziano cade dall’albero di ciliegie, dall’albero di mele…”» (ride).

Cosa ne pensi degli integratori, tra cui includo anche il caffè, inteso come integratore naturale?

«Il caffè è un po’ uno stimolante, perciò ne prendo poco, di quello solubile, solo al mattino. Per quanto riguarda i sali, io, quando sono diventato vegetariano, ho letto un libro di un nutrizionista americano, Robert Haas (nota 12), che sconsiglia l’uso di integratori salini, perché dice che il nostro corpo è abbastanza intelligente e, quando hai sudato molto e hai un calo di sali, butta fuori acqua, non più sali insieme. E addirittura dice che il corpo, per assimilare integratori difficili da digerire, prende l’acqua dai muscoli per digerirli e quindi ti manda i crampi. Ho riportato questo punto di vista anche nel libro che ho scritto, IL MIGLIOR TEMPO (nota 13). Anche sul sito della Sanità non risulta provato scientificamente che gli integratori salini servano a qualcosa, quindi, consiglio di berli al massimo dopo e mai durante».

Sappiamo che non bevi alcoolici, cosa ne pensi dell’abitudine di molti runners che amano bere birra alla fine della corsa?

«In effetti gli alcolici non mi piacciono, non ho problemi a dirlo. Posso assaggiare una goccia di vino per sapere se è buono, magari dopo un dolce, però solo una goccia sulle papille gustative. Bere birra a fine corsa, dicono che faccia bene e penso più che altro piaccia la soddisfazione, a me non piace, quindi non la bevo».

Nel pomeriggio di solito cosa fai?

«Faccio una passeggiatina subito dopo mangiato, poi mi riposo, quindi mangio un budino, oppure pane, frutta o cose simili. Uno spuntino frugale, per arrivare alla cena, verso le 18.30».

E per cena cosa mangi?

«Può essere polenta di farina d’avena, oppure insalata con due uova, o con un avocado, o verdura cotta con del pane. Dipende un po’».

Proteine, comunque, poche.

«Non sono fissato sulle tabelle che prevedono di tot di proteine, o tot di carboidrati».

Dopo la cena fai passare un po’ di tempo prima di andare a riposarti?

«Si fino alle 21 circa non vado a letto».

Vai comunque presto. Per te il riposo è molto importante.

«Si, cerco di dormire le mie 8 – 9 ore. E poi, col passare degli anni ci si riposa più volentieri».

Ma c’è anche chi dice che col tempo si dorme meno

«O dormono meno o non si rendono conto che dormono!».

Sempre sul tema del riposo, tu non hai mai fatto gare in cui ci si ferma per dormire, a parte quelle a tappe. Però è anche vero che non hai mai fatto gare che sono andate oltre le 22 ore, grazie ai tuoi tempi super.

«Si, non ho mai dormito in gara, e non immagino come sia possibile, perché prima devi rilassarti per addormentarti, poi quando ti risvegli le gambe sono durissime e ripartire penso che sia un trauma».

Durante la gara qual è la tua alimentazione?

«Anni fa assumevo barrette e cibi solidi, come il Parmigiano, poi sono passato ai gel. Adesso ci sono gel abbastanza buoni, che non danno problemi. Bisogna provarli prima, naturalmente, se la tappa è molto lunga, porto due pezzetti di Parmigiano, o qualcosa di salato per integrare e per cambiare un po’ i sapori».

E dopo la gara hai qualche alimentazione particolare?

«Subito dopo la gara, non bisogna mangiare un granché, perché si ha già la fatica da smaltire. Invece, è importante l’alimentazione pre-gara. La sera prima della gara molti mangiano due piatti di pasta anziché uno: sbagliatissimo! Mangiare troppo ritarda la digestione e pregiudica il sonno, già disturbato dalla tensione della gara, quindi, l’ideale è mangiare normalmente e non sovraccaricarsi».

Cambiando argomento, durante i trail: tu ti sei mai perso?

«Sì ho sbagliato parecchie volte. Ad esempio in Mali, presso la falesia del Bandiagara, il percorso era indicato da trekking light, ed io ho preso la direzione sbagliata andando verso un falò di un villaggio, acceso dai locali per tenere lontane le zanzare, cucinare ed illuminare, non avevano ancora messo la trekking ligth perché ero in testa alla gara e le mettevano solo all’ultimo momento, per paura che i bambini locali le prendessero o peggio cercassero di berle».

Studi il percorso prima della gara?

«Beh, è un’ottima idea. Per esempio, il Cro Magnon (N.D.R. CRO TRAIL – nota 14) più o meno lo conoscevo tutto, e potevo andarlo a provare, l’UTMB guardavo l’altimetria, ma non sono mai andato a provarne un pezzo».

E per concludere, quali consigli ti senti di dare ai runners amatoriali, da chi affronta le prime corse a chi vuole cimentarsi nelle 100 miglia?

«Bisogna arrivarci sempre gradatamente, sia per il novello, che farà le prime gare da 15 – 20 km, sia per il runner che passerà dai 50 ai 100, dai 100 ai 160. Comunque, poi, gli allenamenti di tutta la distanza non si possono fare, sennò arrivi alla gara morto. Se devi morire, morirai poi in gara!».

Sì, intanto costruisci la base.

«Eh sì, poi quel giorno lì è una tribolazione, la gara è l’extra».

Siamo giunti alla conclusione, magari il destino ti porterà di nuovo a passare da queste parti il prossimo autunno quando il mare si vedrà meglio. Grazie Marco Olmo.

«Ciao, ciao a tutti».

NOTE

01 DESERT MARATHON LIBIA. Nel deserto libico di Akakus, 4 tappe di 42,195 km, ideata nel 1998 dal maratoneta italiano Patrizio Fiorini
02 DESERT CUP GIORDANIA. Gara di 170 km no-stop, con partenza da Petra e arrivo a Wadi Rum attraverso il deserto rosso di Lawrence d’Arabia
03 GRAN RAID DU CRO-MAGNON. ultratrail di 104 km e circa 5500 m di dislivello in salita che si svolge fra Limone Piemonte (CN) e Cap d’Ail (Francia).
04 ULTRA TRAIL DEL MONTE BIANCO (UTMB). Corsa sulla distanza in semi-autonomia, attualmente di 170 km, con 10.000 m di dislivello positivo, che si svolge sui tre versanti (francese, italiano e svizzero) del Monte Bianco, con partenza ed arrivo a Chamonix (nel 2006 158km 8500+ e nel 2007 163km 8900+).
05 CARRERA DE BAJA. Corsa di 100 km, divisa in 5 tappe, che fa parte del circuito RUN THE WORLD e si svolge dalla Baja California Sur, la parte meridionale della penisola che si allunga nell’estremo ovest del Messico.
06 ULTRA AFRICA RACE. Gara in Mozambico, di 230 km, in 5 tappe, 3.600 m. di dislivelli
07 MARATHON DES SABLES. Corsa di 240 km nel deserto del Sahara marocchino.
08 TRAIL DEL GOLFO DEI POETI. Trail nei sentieri dei parchi patrimonio UNESCO delle Cinque Terre e di Porto Venere.
09 CORSA MONTE FAUDO – NORDIC WALKING. 26 giugno 2022. Gara di 24,9 km, con partenza dinanzi al Palazzo comunale d’Imperia, che si snoda nell’entroterra imperese.
10 MINI CRO TRAIL. 02 luglio 2022. Gara di trail running di km 20 con circa 1200 m di dislivello, con partenza ad Airole (IM) ed arrivo a Ventimiglia (IM).
11 MALANDRÈ. Frazione sulla destra orografica del torrente Vermenagna, nella valle omonima, al confine con i comuni di Roccavione e Boves.
12  LA DIETA PER LA MENTE. Di ROBERT HAAS. Mondadori editore 1997.
13 IL MIGLIOR TEMPO – Esercizio, alimentazione e stile di vita per essere sani e attivi a tutte le età. Di MARCO OLMO e ANDREA LIGABUE. Mondadori Editore 2018.
14 CRO MAGNON. Ultratrail di 104 km e circa 5500 m di dislivello in salita, che si svolge tra Limone Piemonte (CN) e Cap d’Ail (Francia).

Palazzo Cicala Genova
Marchi Brevetti RossiMartin

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